A cura di Maurizio Scilla
L’Elba Trail è giunto alla quindicesima edizione, percorre gli stupendi paesaggi della zona Occidentale dell'Isola d'Elba, è nato da un’idea di Massimo Russo che ci ha poi lasciati prematuramente.
Visto il meteo particolarmente inclemente nei giorni successivi, Massimo era di sicuro lassù sopra al Monte Capanne a soffiare e far sì che il giorno della gara non piovesse.
Partenza della 60K (3200 m+) alle 6 sul lungomare di Marciana Marina, albeggia, i primi minuti nel bosco, il passo è un po’ incerto, visto che non è proprio chiaro.
Quest’anno non si sale direttamente al Monte Capanne, il monte più alto dell’isola con i suoi 1019 m, dopo il Monte Perone si sale ancora fin oltre i 700 m per poi scendere e con un traverso spostarsi a sud del Capanne. Nuvole basse ci accompagnano e non ci permettono di poter godere gli spettacolari squarci sulla costa. Nella parte finale della salita al Capanne, ci si scontra con la principale caratteristica del tracciato, il granito, protagonista assoluto della giornata. In alcuni tratti delle corde fisse facilitano l’ascesa, gli uomini del Soccorso Alpino ci informano che fino a mezz’ora prima il panorama era notevole, i vantaggi di correre veloce!
Inizia la discesa, si passa a fianco della “cestovia” e inizia una discesa per nulla banale, bisogna sudarsi ogni metro, per fortuna la seconda parte che porta a Marciana (25 km) è decisamente più agevole, il ristoro all’interno della fortezza è suggestivo. E’ ora di risalire prima a Madonna del Monte e poi a "Il Troppolo" a 744 metri circa. La discesa che porta a Pomonte sul mare non è banale, non bisogna distrarsi per ammirare il paesaggio.
Molto bello il passaggio da Pomonte a Chiessi, rocce, vegetazione mediterranea e mare ti cullano verso l’ultima salita lunga della giornata, quella che porta al Semaforo, 600 m di dislivello. Bisogna godersi lo spettacolo prima di buttarsi sull’impegnativa discesa che porta a Colle D’Orano, un nuovo anello, appena risistemato ci porta poi al ristoro di Patresi (49 km). Al 53 km a Sant’Andrea ci aspetta uno dei tratti più belli del tracciato, si costeggia il mare su scogli arrotondati e su alcune passerelle, uno spettacolo unico!
Restano ancora 250 m di dislivello, poi il lungo rettilineo lungomare, si vede l’arco, si sente la voce di Juri Pianetti, speaker della gara, è fatta!
Cosa rimane? Il cuore gonfio di emozioni, gli occhi pieni di colori e la consapevolezza di aver vissuto una giornata speciale, arrivederci Elba!
©Elba Trail
LE GARE
60 KM
In campo maschile gara senza storia con i due compagni del Team Topo, Manuel Bonardi e Francesco Nicola, che hanno fatto subito il vuoto e hanno chiuso la prova in 6h37’44”, terzo Andrea Visinoni.
Tra le donne grande prova della piemontese Martina Chialvo, quarta assoluta in 7h07’45”, che ha preceduto Giulia Saggin e Chiara Boggio.
25 KM
Era il favorito e non ha tradito le attese l’elbano Matteo Anselmi. Vincitore della 60 km l’anno scorso, Matteo visti gli impegni futuri ha preferito optare sulla gara più corta, ha tagliato il traguardo di Marciana Marina in 2h02’44”, precedendo Emilio Perco e Stefano Rota.
In campo femminile vittoria per la valdostana Roberta Jacquin in 2h29’59”, secondo posto per Margherita De Giuli, terza Alessia Rondoni.
13 KM
Vittorie per Fabio Novaria e Alice Casali.
ELBA, UN’ISOLA PIU’ FORTE DEL MARE
Testo di Manuel Bonardi
Vista sulla mappa l’Isola d’Elba non appare molto grande, sicuramente soffre, come paragone, le enormi dimensioni della Corsica e della Sardegna lì a fianco. Per questo con un pensiero molto fanciullesco, mi sono sempre chiesto come un’isola così piccola possa restare ferma in mezzo al mare, senza vedersi spostare dalle correnti.
Non so se questa sia una riflessione comune o solamente un mio delirio, fatto sta che le isole sono affascinanti, emergono in mezzo al nulla e restano lì, immobili, ed hanno la forza di resistere alla potenza del mare. Percorrendo i 60km dell’Elba Trail mi sono reso conto che quest’isola è in grado di rimanere ferma a sfidare il mare perché è incredibilmente dura, fatta di pietre e massi che arrivano fin su agli oltre 1.000 m del Monte Capanne, il suo punto più alto.
Un’isola severa, che con la sua vegetazione mediterranea ti avvolge e ti proietta in un mondo naturalistico unico, a volte ti sembra di essere in una foresta fitta e selvaggia ma senti lo sbattere delle onde del mare appena poco fuori dal bosco, altre volte ti senti sui graniti della Valtellina ma vedi di fronte a te l’Isola di Capraia.
Correndo sui suoi sentieri, inoltre, ho potuto constatare che in effetti non è nemmeno così piccola. Dal punto di vista tecnico è stato uno dei trail più esigenti mai fatti, con un terreno duro e tortuoso, tanto che io e Francesco Nicola siamo partiti con un ritmo contenuto, ma nonostante questo siamo arrivati al traguardo con le energie al lumicino.
Per certi versi è stato un trail molto strano, siamo partiti al buio senza pila e nel sottobosco l’alba tardava ad arrivare, per questo abbiamo portato avanti un’andatura incerta fino all’albeggiare definitivo. Io e Francesco ci siamo ritrovati così a percorrere i sentieri dell’isola completamente soli, uniti da una casacca uguale e da discorsi diversi, e salita dopo salita ci siamo scoperti sempre più privi di energie.
E’ come se ci fossimo fatti prima cullare e poi svuotare dall’Elba, che ci ha condotti su e giù per i suoi boschi ed i suoi sentieri al ritmo che voleva lei; non siamo mai andati veramente forte ma non siamo mai andati nemmeno veramente piano, un’andatura che ci ha incollati l’un l’altro involontariamente e nel momento in cui forse qualcuno dei due avrebbe potuto allungare, semplicemente non ce n’era la possibilità.
Ci sono stati vari momenti durante la corsa in cui ho pensato che prima o poi Francesco avrebbe potuto staccarmi, in fin dei conti non stavamo andando veramente forte, ma non è mai successo. Semplicemente perché entrambi stavamo correndo alla stessa velocità e forse di più in quel momento non ci era possibile. E così ci siamo ritrovati sull’asfalto di Marciana Marina a concludere un percorso che mi è sembrato tante gare in una, un percorso suggestivo e direi unico che è in grado di darti mare sconfinato ed alta montagna nello stesso identico istante, spesso nello stesso identico sguardo.
L’Elba ha una personalità arcigna, un’isola che sa tener testa al mare da milioni di anni, era ovvio che non si sarebbe fatta sottomettere da un paio di piccoli e minuti trail runner. E’ stata lei a decidere come doveva andare questa gara, è stata lei a decidere quanto strapazzarci prima di farci arrivare al traguardo. Poche altre volte mi sono sentito così in balìa di un territorio.
©Elba Trail
GLI ITINERARI DI MATTEO ANSELMI
L’elbano, già azzurro ai mondiali trail in Thailandia, nazionale skyrunning, consiglia alcuni itinerari nella parte occidentale dell’isola.
CHIESSI POMONTE (12 km 1000 m+)
L’itinerario ha una difficoltà media, il percorso si snoda tra la vallata di San Bartolomeo (dove si può anche arrampicare) e la Valle dello Schiappone. E’ un sentiero molto panoramico caratterizzato da macchia mediterranea bassa, un po' meno adatto in estate per il caldo.
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FERRATE DEL MONTE CAPANNE (13 km 900 m+)
L'itinerario tocca tutte le ferrate del Monte Capanne (Le Calanche, Le Filicaie e La Galera). La difficoltà é EE, per la ferrata della Galera in particolare è bene essere muniti di imbrago e kit da ferrata in quanto ci sono tratti molto esposti. Superato il Capanne e la Tavola, il rientro a Monte Perone é tutto su un sentiero molto panoramico.
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ANELLO DI PATRESI (14,7 km 1100 m+)
Si percorre il primo pezzo della Grande Traversata Elbana per raggiungere il Monte Giove passando dal Santuario della Madonna del Monte. Una volta giunti sulla vetta del Monte Giove, inizia la discesa verso la valle del Bollero per poi arrivare fino a Patresi mare e restare a bassa quota per visitare le particolarità di Patresi. E’ un itinerario che tocca tutte le particolarità della storia Elbana, dai caprili al faro di Punta Polveraia, al vecchio mulino ad acqua, ai terrazzamenti ancora intatti che fanno capire quanto era importante l'agricoltura.
É un sentiero che passa attraverso i castagneti della valle del Bollero, e gode di una buona parte ombreggiata, partendo al mattino presto è possibile goderselo anche in estate.
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©Elba Trail