Non voglio tediarvi con i soliti racconti. Magari se Augusto, che al contrario di me sa scrivere molto bene, lo vorrà…
Vi dico solo che la gara è MAGNIFICA nella prima parte, fino al secondo Zermatt. Con panorami eccezionali e percorso, al netto della difficoltà organizzativa della partenza alle quattro, assolutamente fino a qui fuori concorso rispetto alla più grande e blasonata cugina francese.
Dopo inizia però la bruttissima e noiosissima variante forzata dall’impossibilità di continuare in Italia. 20km su una strada sterrata in leggera discesa che sarebbero soporiferi anche per una mezza maratona, seguiti da una ripida salita in mezzo a villaggi tipici (tratto carino) e da un orribile discesa su un NON sentiero fino a fondo valle.
Al mattino si arriva finalmente nella vallata che porta a SassFee e il percorso ritorna logico e bello, in costa ed in quota, anche se non come nella prima parte. Con alcuni tratti di attraversamento pietraie che al momento, senza aver visto il tratto finale, ci sembravano tecnici…
Dopo l’ultima base vita mancano 17 km più la discesa finale. Sono tutti saliscendi tra le rocce, con tratti molto, molto esposti, corde, catene ed anche scale. Senza nessun tipo di assistenza o sicurezza aggiuntiva. Solo una persona, probabilmente un tecnico del soccorso alpino, che ci aspettava prima di uno dei tanti passaggi a mio parere pericolosi, soprattutto se percorsi di notte dopo 150km di gara, per dirci che fino a qualche ora prima c’erano scariche di sassi.
Insomma da percorrere con l’attenzione a mille. Devo ringraziare Augusto che mi ha tenuto compagnia e soprattutto mi ha suggerito di dormire a SassFee. Venti minuti di sonno che mi hanno permesso di affrontare questo tratto con la mente sempre abbastanza lucida. Considerate che in alcuni tratti viaggiavamo a 1km/h!
E devo ringraziare il cielo che ci ha concesso una notte asciutta e non fredda. Con il brutto tempo credo seriamente che non sarebbe stato possibile finirla senza rischiare troppo.
La mentalità Svizzera che lascia ogni responsabilità ai concorrenti va bene solo fino ad un certo punto, perché non tiene conto della difficoltà di concentrazione e ragionamento logico che ci possono essere dopo tante ore di fatica e carenza di sonno.
Spero che dall’anno prossimo tornino al percorso originale. Immagino praticamente perfetto.
Ringraziare i fantastici volontari è sempre banale ma lo faccio sinceramente.